Come i Big Data possono aiutare le strategie di turismo enogastronomico
I progressi tecnologici hanno permesso, anche nel turismo, di superare i confini tra il mondo fisico e digitale consentono la raccolta di una enorme quantità di dati diversi (Big Data): se opportunamente raccolti, etichettati e interrogati, questi dati aprono nuove possibilità di ricerche rapide, dettagliate e dalla valenza predittiva, caratteristiche che le tradizionali fonti statistiche non riescono pienamente a soddisfare.
È possibile indagare il turista enogastronomico monitorando comportamenti aggregati di consumo o di spesa; indagando trend e differenze nei diversi mercati incoming; studiandone la mobilità e i percorsi.
È, inoltre, possibile ottenere strumenti di analisi per governare i flussi all’interno sia di aree piccole (rapidamente saturabili) sia di territori ampi prevenendo i fenomeni di ovetourism che già nella ripresa si sono verificati seppur in zone diverse rispetto al 2019.
A maggior ragione oggi: con la pandemia ogni vecchio posizionamento è saltato e le “vecchie” ricerche hanno perso il valore di riferimento statistico.
Abbiamo un’urgente necessità di nuovi dati in grado di fotografare una situazione che cambia continuamente per creare nuove strategie e modelli flessibili di azione.
Il turismo enogastronomico ha quanto mai bisogno di contare su nuovi indicatori e nuove informazioni per poter prevedere scenari, evoluzione dei comportamenti e attuare le opportune strategie che incidano sul processo decisionale.
È proprio sulla velocità di reazione, infatti, che si determineranno i nuovi assetti e la competitività futura dei diversi Paesi.
Dario Bertocchi Travel and Tourism Data Specialist Motion Analytica
Andrea Zaramella Analytics Lead Italia | Innovative Solution Sales Vodafone Business